AD FINES |
La mostra “AD FINES. 500 miglia da Roma. Al tempo dei Romani nel Finale” è visitabile fino al 3 giugno 2018. L'esposizione, promossa da Museo Archeologico del Finale, sezione Finalese dell’Istituto Internazionale di Studi Liguri con la collaborazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Liguria, è un’occasione assai interessante per conoscere, attraverso materiali, installazioni e pannelli illustrativi, come si viveva in un piccolo territorio rurale, quale doveva essere il Finale, ai tempi dell’antica Roma. La mostra esordisce con la riproduzione della grande carta geografica detta “Tavola peuntingeriana”, che illustra la rete viaria riordinata da Augusto e sulla quale si svolgeva il traffico dell'Impero. Il Finale è qui rappresentato da una linea spezzata in prossimità di un enigmatico corso d’acqua, denominato Flumen Lucus. Questo territorio era posto al confine, cioè “Ad Fines”, tra i municipi di Vada Sabatia/Vado Ligure e di Albingaunum/Albenga, segnato dal torrente Pora, che già separava le tribù liguri dei Sabazi e degli Ingauni. Per questa zona le fonti antiche non ci hanno quindi tramandato una sicura denominazione ed il toponimo Pullopice o Pollupice, una possibile stazione di sosta lungo la via Iulia Augusta, tra Finale Ligure e Pietra Ligure, viene riportato unicamente nell’Itinerario Antonino, una descrizione delle vie romane in età imperiale risalente al III secolo d.C. Gli scrittori antichi hanno descritto i Liguri insediati sulla fascia costiera come contadini e pastori impegnati a sfruttare le poche risorse di un territorio difficile, prevalentemente montuoso e con piccole piane paludose poco idonee all’agricoltura. L’inevitabile scontro iniziale tra Liguri e Roma fu anche un conflitto di “civiltà” tra una grande potenza militare ed economica in una fase di inarrestabile espansione mediterranea e popolazioni organizzate in gruppi etnici tribali, spesso in contrasto tra loro e fortemente ancorati a tradizioni secolari. La romanizzazione del territorio ligure fu comunque un graduale ma inesorabile processo storico. Nel silenzio delle fonti scritte, la storia del Finale in età romana può essere letta quasi esclusivamente attraverso lo strumento dell’archeologia, che ci restituisce indizi sugli insediamenti esistenti sul territorio, sulle necropoli e i rituali funerari, sulla viabilità, l’alimentazione e le colture agrarie, soprattutto grazie agli oggetti della vita quotidiana di quei nostri predecessori di duemila anni fa, che vivevano dove oggi noi stessi abitiamo. La mostra, tra i materiali esposti, presenta ceramiche, monete in argento, materiali da costruzione e - per la prima volta al pubblico - alcune epigrafi in marmo appartenenti alle collezioni civiche e una statuina in bronzo raffigurante il dio Mercurio. Durante i mesi di luglio e agosto 2017, in occasione della mostra, presso il Museo Archeologico del Finale si sono svolte diverse iniziative per approfondire i temi presentati nel percorso di visita, tra cui cinque laboratori didattici rivolti ai bambini ma anche ad adulti, quale “Rosso Pompeiano: gli affreschi degli antichi romani” e “Unguenti e profumi dell’antica Roma”. La mostra è stata aperta eccezionalmente anche in tre sere d’estate (7 luglio, 9 e 22 agosto), in occasione di aperture straordinarie (ore 21-23) alla presenza di un archeologo che ha risposto a domande e curiosità del pubblico, cui sono seguiti “frugali rinfreschi del legionario”. Inoltre, si sono svolti dieci Archeotrekking - visite guidate sul territorio e al Museo Navale di Albenga, per scoprire direttamente i siti che maggiormente conservano testimonianze monumentali di epoca romana, quali i ponti della Val Ponci, la villa romana di Alba Docilia (Albisola) e il relitto navale di Albenga, al quale – tra l’altro – è stato dedicato un ampio spazio nella mostra con l’esposizione di anfore vinarie e suggestive riprese video subacquee.
Progetto scientifico a cura di: Daniele Arobba, Marta Conventi, Andrea De Pascale, Giovanni Murialdo Progetto grafico della mostra e comunicazione: Daniele Arobba, Andrea De Pascale Progettazione dell’allestimento: Daniele Arobba, Marta Conventi, Andrea De Pascale Realizzazione dell’allestimento: Daniele Arobba, Elisa Bianchi, Andrea De Pascale, Simona Mordeglia, Manuela Saccone Alla realizzazione della mostra hanno contribuito: Roberto Grossi, Emilio Provenzani e Claudio Ruggeri Si ringrazia lo STAS - Servizio Tecnico per l’Archeologia Subacquea della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Liguria per il filmato sul relitto navale di Albenga.
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