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Castellaro di Verezzi

 

Il Castellaro di Verezzi, posto su un rilievo a circa 350 metri s.l.m., si trova in un’area ad alta concentrazione di caverne e strutture d’interesse archeologico tra cui l’Arma Crosa, il dolmen e alcune incisioni rupestri (ascia-aratro) del settore della Caprazoppa.

L’acquisizione di tecniche di fusione dei metalli con le età del Rame (3600-2200 a.C.), del Bronzo (2200-900 a.C.) e del Ferro (X-II secolo a.C.) ha portato a profondi cambiamenti culturali e sociali nelle comunità. Nuove dinamiche di controllo territoriale si manifestano tra la fine dell’età del Bronzo e la prima età del Ferro, segnate dalla nascita dei cosiddetti “castellari”, siti in quota difesi naturalmente dalla conformazione del luogo prescelto per l’insediamento, ma anche da veri e propri elementi di fortificazione costruiti con materie prime locali.

Nell’area del Castellaro di Verezzi sono evidenti i resti di possenti muri perimetrali, forse opere difensive, che dal fondovalle risalgono verso la sommità della collina, e strutture a pianta quadrata o rettangolare con annessi recinti, probabilmente destinate ad abitazioni rurali. Nell’area sono stati realizzati muri a secco con almeno due differenti funzioni. Alcune strutture contenevano riporti di terra allo scopo di realizzare spazi piani sia da adibire a coltivo sia per costruire strutture. Altre, invece, avevano la funzione di base per abitazioni, magazzini o stalle, le cui pareti e coperture dovevano essere realizzate impiegando materiali deperibili quali legno e frasche.
I materiali finora recuperati, tra cui frammenti di ceramica e di macine in pietra, suggeriscono l’uso dell’abitato soprattutto durante l’età del Bronzo e l’età del Ferro, con possibili frequentazioni in epoche più antiche ma anche in periodi successivi.
Le forme ceramiche attestate per le età dei Metalli sono riferibili a olle di varia tipologia, scodelle e probabilmente, visto lo spessore di alcuni pezzi, anche a contenitori di grandi dimensioni per la conservazione di derrate alimentari. Diversi frammenti presentano elementi decorativi: cordoni applicati, sia lisci sia con tacche impresse, incisioni oblique o verticali, unghiate, che rimandano a contesti liguri della seconda età del Ferro. In attesa di più approfondite ricerche, è comunque possibile inquadrare la fase principale di occupazione del sito tra VI e III secolo a.C. con frequentazioni avvenute - come accennato - su un arco temporale più ampio, compreso tra il Neolitico e l’età romana e medievale.

Ad oggi sono noti altri due “castellari” dell’età del Ferro nel territorio circostante: quello di Monte Trabocchetto (Pietra Ligure) e il cosiddetto “Villaggio delle Anime”, posto sulla Rocca di Perti (Finale Ligure). Interessante notare come questi tre siti siano disposti in modo da essere visibili l’un l’altro, con un chiaro intento di rimanere in comunicazione visiva per trasmettere in caso di necessità rapide informazioni.

 

Info

Museo Archeologico
del Finale

Chiostri di Santa Caterina

I-17024
FINALE LIGURE BORGO (SV)

Tel.:

+39 019.690020

+39 351.7306191

E-mail:
info@museoarcheofinale.it

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Orario

Orario Estivo (dal 15/06 al 15/09): da martedì a domenica, ore 10.00-13.00 / 16.00-19.00

Orario Invernale (dal 16/09 al 14/06): da martedì a domenica, ore 9.00-12.00 / 14.30-17.00

Lunedì chiuso

 

Il museo è chiuso nei giorni:

01.01 / 06.01 / Pasqua (pomeriggio) / 24.12 (pomeriggio) / 25.12 / 26.12 / 31.12 (pomeriggio)

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