Da Piazza del Tribunale, un passaggio porticato conduce a Porta Romana e immette nel Quartiere delle Fabbriche, dove nel Settecento la famiglia Arnaldi attivò una fabbrica di Cristalli e dove erano attivi un mulino da grano, uno da olio, una filanda e una conceria ottocentesca.
La medievale Porta romana o del mulino, fiancheggiata da una torre circolare, è stata ampiamente rimaneggiata, e il suo probabile coronamento con uno stemma della famiglia Del Carretto fu riutilizzato in un alto muro di cinta lungo la Via delle Fabbriche.
Della struttura originaria della porta rimangono gli stipiti interni, dove si possono notare i fori destinati alle sbarre di chiusura, ricavati in grandi blocchi in pietra squadrati.
Accanto ad essa, si conserva il suggestivo lavatoio pubblico, lungo la condotta idrica detta "il beo", che deviava le acque del torrente Aquila all'interno dell'abitato servendo le attività produttive concentrate in questo quartiere del Borgo.
Qui iniziava la "via romana", che costeggiando la pendice orientale dell'altura del Becchignolo si portava nella valle di Feglino e ad Orco.
La falda del Becchignolo all'interno delle mura era occupata dalla "Casa del Vicario", eretta in posizione dominante alle spalle del palazzo del Tribunale, con uno stemma della Repubblica di Genova dipinto in facciata.
Sul fronte orientale, lungo il torrente Aquila, le mura merlate conservano ancora strette feritoie in pietra e mattoni poste alla loro base. In questo tratto rimane una sola torre semicircolare, parzialmente inglobata da un angolo dell'edificio industriale che nel secolo scorso si è addossato alle mura.